Svastiche al cimitero ma non solo

Non sono neonazisti e nemmeno vandali, la svastica è un antico simbolo sacro e per questo non è poi così inusuale il suo utilizzo in luoghi di culto e celebrazione.

Più frequente nelle culture asiatiche, questa figura geometrica religiosa, può indicare divinità e spiritualità, come neu culti indiano, o anche simbolo di buon auspicio e buona fortuna nella nostra cultura almeno fino al 1930, quando dopo l’utilizzo nella simbologia nazista divenne l’emblema più caratteristico del Terzo Reich che lo adottò ruotato di 45 gradi quale emblema per l’identità della razza ariana e, di conseguenza, dopo la caduta del regime stigmatizzato e bandito per la sua chiara identificazione con le idee di razzismo e di antisemitismo del periodo hitleriano.

Recandovi al cimitero di Cassano Magnago, ma non è l’unico in Italia, sarete accolti dalle svastiche già all’ingresso, incise sui capitelli delle colonne ed anche qui non si tratta di nazismo o fascismo, la costruzione del cimitero risale ad un secolo prima dello sterminio degli ebrei, esso fu terminato nel 1822 e le svastiche erano un segno che doveva portare fortuna e protezione ai defunti che in esso riposavano.

L’augurio è ancor più evidente se consideriamo che il nome stesso svastica è un augurio, infatti deriva dal sanscrito devanagari (स्वस्तिक) che significa “favorevole al benessere o di buon auspicio”; nell’induismo, quando il simbolo è orientato in senso orario si chiama croce uncinata e simboleggia Surya (il sole), ovvero la prosperità e la buona fortuna, mentre se è orientato in senso antiorario si chiama sauwastika e simboleggia la notte ovvero i tantrici aspetti di Kali; nel giainismo, la svastica simboleggia Suparshvanatha, la settima di 24 Tirthankaras (insegnanti spirituali e Salvatori), mentre nel buddismo simboleggia le impronte di buon auspicio del Buddha.

La svastica è un simbolo che è stato molto usato nella storia dell’uomo e che resiste anche nella società moderna in molti stati del mondo, in molte lingue europee è nota come Hakenkreuz, gammadion, cramponnée croce, croix gammée, fylfot o Tetraskelion e in Asia orientale come Wan 卐/卍/萬, che significa “tutte le cose”, e la Manji.

Inoltre svastiche a forma di croce con i bracci uguali e perpendicolari ai bracci adiacenti piegati ad angolo retto si trovano anche nei resti archeologici della civiltà della valle dell’Indo e la Mesopotamia, così come in quella bizantina e nelle opere dell’arte cristiana antica.

La svastica è così comune che è anche presente nella preistoria sotto molte forme e persino la rosa camuna, simbolo della lombardia, ricorda il tracciato base di una svastica.

I nativi americani la utilizzavano sui propri abiti e proprio per la sua geometria e carica simbolica fu anche adottata da diversi stati ed organizzazioni prima della guerra mondiale in Europa, venendo bandita solo dopo che Hitler decise di farne il simbolo della Germania nazista prima della seconda guerra mondiale diventando simbolo di antisemitismo e di terrore.

Così a causa della sua associazione con il nazismo oggi la svastica è vista in molti paesi occidentali solo come un simbolo di supremazia razziale e di intimidazione e per questo ne è persino vietato l’uso, ma il rispetto che ancora permane su questo simbolo nelle culture asiatiche, in contrasto con lo stigma in Occidente, ha portato e qualche volta ancora porta a fraintendimenti e incomprensioni.

Quando Hitler ha ideato personalmente la bandiera per il partito nazista ha integrato in essa i colori della bandiera del vecchio impero tedesco, rosso, bianco e nero, e la svastica come simbolo ariamo, egli stesso ha affermato: “Come socialisti nazionali, vediamo il nostro programma nella nostra bandiera, nel rosso vediamo l’idea sociale del movimento, nel bianco l’idea nazionalista, nella svastica la missione della lotta per la vittoria dell’uomo ariano e, per lo stesso motivo, la vittoria dell’idea di creazione del lavoro“, utilizzando la svastica come “il simbolo della creazione, che dà la vita” (Das Symbol des schaffenden, wirkenden Lebens ) e come “emblema di razza del germanesimo” (Rasseabzeichen des Germanentums ).

Ecco perché la svastica è oggi usata da stolti neo nazisti per profanare, insultare ed imbrattare luoghi e simboli della cultura ebrea, una sorta di senso di rivalsa o vendetta per la loro emarginazione ed è facile e giusto scandalizzarsi di fronte a questi gesti, pur tuttavia non si devono scordare le sue vere origini e ricordare che non solo questo simbolo era in passato positivo e di buon auspicio, ma che ancora oggi è spesso utilizzato in oriente creando potenziali situazioni di imbarazzo e fraintendimento ed a causa della sempre maggiore integrazione tra i popoli, ha già portato a molti malintesi, come nel 1999 quando in una delle carte Pokémon, importate dal Giappone, compariva una  svastica che ha generato un incidente diplomatico con gli USA o in alcune scatole di botti natalizi vendute nei negozi in Canada nel 2002 che contenevano un panda giocattolo di colore rosso con una svastica nera dipinta su di esso e che fu ritirato dopo le denunce dei consumatori, ottenendo persino le scuse dell’ignaro produttore cinese.

Ma non solo auguri e positività sociale, in Asia la svastica compare anche negli stemmi di alcune potenti famiglie del passato ed Giappone, è usata nella versione buddista Manji per indicare i templi di quella religione, così se vi recate in quel Paese, specie a Kioto che è molto ricca di templi e santuari, sarete stupiti dal trovare le mappe turistiche affisse ai muri zeppe di svastiche, ancora una volta nulla a che fare con il nazismo, sono solo templi buddhisti molto belli ed interessanti, seguitele per una visita davvero spirituale.

Ma anche se il tempo del nazismo è lontano, il suo ricordo fa ancora oggi paura, al punto che in occasione delle olimpiadi del 2020, la GSI (Geospatial Information Authority of Japan) aveva proposto al governo di revisionare alcuni dei simboli cartografici utilizzati sulle cartine del territorio giapponese per renderli più comprensibili ai turisti occidentali, tra questi vi era la sostituzione proprio del simbolo del Manji con una pagoda, anche se ad un anno dall’evento almeno su Google Maps le svastiche continuano a rappresentare, come nei millenni precedenti, i templi buddhisti.

 

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