L’OCCHIO DEL SAHARA

Inizialmente si pensò che il cratere fu provocato dalla caduta di un meteorite, a causa della forma circolare. La struttura di Guelb El Richat, nel Deserto del Sahara vicino ad Ouadane in Mauritania, detta anche Occhio del Sahara od Occhio dell’Africa, è un innalzamento simmetrico, messo probabilmente a nudo dall’erosione nel corso dei millenni di rocce sedimentarie affioranti che hanno un’età che varia da tardo proterozoica, verso il centro, ad ordoviciana, verso l’esterno. La sua forma tondeggiante dal diametro di oltre quaranta chilometri e somigliante ad una immensa ammonite, presenta livelli di quarzite che determinano il diverso grado di erosione della struttura formando le geometrie concentriche all’interno delle quali si trovano diverse rocce ignee, sia intrusive che effusive, di rioliti, gabbri, carbonatiti e kimberliti.

Un fenomeno straordinario

Il fenomeno naturale è così grande che fu scoperto solo a metà degli anni ‘60, quando il Progetto Gemini lo ha osservato dall’orbita terrestre, le sue coordinate geografiche sono 21 ° 07’30 “N, 011 ° 24’00” W. Ma se non è un cratere cosa ha originato la struttura? Le teorie si perdono nella fantasia, oltre che nella scienza: c’è chi sostiene essere un buco aperto quando Dio ha popolato la Terra. “Nel seicentesimo anno della vita di Noè, nel secondo mese, il diciassettesimo giorno del mese, lo stesso giorno, tutte le fonti del grande abisso scoppiarono e le cateratte del cielo si aprirono” riporta la Genesi (7, 11). Pur non essendoci prove evidenti qualcuno pensa possa essere stato generato dai movimenti delle placche tettoniche, che potrebbero aver spostato l’impatto effettivo di un antichissimo meteorite, altri da un enorme vortice, come quello di una immensa astronave, atterrata in zona in tempi preistorici,  oppure creato dallo zoccolo del cavallo di Maometto mentre scendeva a terra dal suo viaggio verso la luna. Maometto era alla ricerca di un posto per stabilire la Mecca e come lo zoccolo del cavallo toccò terra un cane abbaiò ed il cavallo spaventato ripartì per atterrare nuovamente nella penisola arabica, creando così la Mecca nella sua posizione attuale. Scienza, religione o fantasia, entrare in questo luogo suggestivo riserva non poche sorprese, anche se sarà complicato comprendere da terra una struttura così grande. I frammenti angolari di roccia calcarea intrusi da vari tipi di rocce vulcaniche, gli strati inclinati circolari (Cuestas) di arenaria di quarzo e le differenti rocce al suo interno vi daranno l’impressione di camminare su di un altro pianeta. Un posto dello spirito, in pieno deserto, un luogo dell’anima dove l’immensamente grande si fonde con l’infinitamente piccolo, i grandi cerchi concentrici quasi non comprensibili a vista d’occhio con le intrusioni microscopiche che rendono i colori del luogo unici ed indimenticabili.