Ai romani piacevono molto le terme, tanto da costruirne ovunque, naturali o alimentatate artificialmente, e se molte di queste sono giunte a noi solo come rovine c’e n’è una in particolare che stupisce per essere ancora in piena attività, si tratta dell’Hammam Essalihine.
Costruito probabilmente od almeno utilizzato dalla dinastia Flavia al tempo di Vespasiano nel 69 d.C., secondo una lapide fu restaurato un aprima volta da Settimio Severo nel 208 d.C., mentre gli ultimi interventi sono solo di qualche anno fa per poterlo continuare ad utilizzare come alle origini come centro termale.
Il compelsso si trova nel comune di El Hamma, a 7 km da Khenchela, capoluogo della omonima prefettura dell’Algeria nordorientale, ai piedi del massiccio dell’Aurès ed è annualmente è frequentato da almeno 700.000 visitatori che oggi come 2000 anni fa si ritrovano per rilassarsi lavandosi godendo la compagnia degli amici.
Per noi italiani la destinazione è certamente un po’ fuori mano e quasi tutti i turisti quando si recano sul posto si aspettano di visitare le solite, ma sempre diffferentei e spattacolari, rovine di antiche città, mentre in questo posto la sorpresa è davvero grande, non si tratta solo di una vecchia sorgente ancora oggi utilizzata a fianco delle rovine, come succede in alcune altre famose località, ma di una vera e propria stazione termale romana dove potersi immergere assaporando la stessa atmosfera dei nobili del tempo della sua costruzione.
Le terme sono costituite da due bagni all’aperto, gratuiti e frenquentatissimi dalla popolazione locale, qualsi aliena alla sua architettura e molto più interessata ai momenti di svago che essi concedono con l’abbondante acqua calda ceh ancora alimenta le vasche.
Se passate dal posto portatevi asciugamano e costume, perchè la visita completamente vestiti attirerà certamente l’attenzione degli avventori mettendovi in inbarazzo e facendovi sentire inappropriati, mentre con l’asciugamano in vita vi sembrerà di attraversare un portale del tempo che vbi ha ripostata indieto di due millenni.
Il bagno più piccolo ha un bordo circolare formato da grandi blocchi di pietra bianca perfettamante modellati e solo leggermente levigati dai secoli di utilizzo, con un davanzale su cui sedersi del tutto simile alle moderne vasca idromassaggio.
Molti degli abitanti di Khenchela considerano un rituale immancabile quello del bagno pubblico quotidiano e non è raro che accolgano gli avventori stranieri con fiere spiegazioni della storia locale come delle improvvisate guide turistiche evidenziando al contempo l’importante funzione sociale dello stabilimento balneare che dura da sempre, in questo luogo ci si trova com eal bar, si discutono e risolvono problemi familiari, si raccontano episodi curiosi e barzellette che fanno riecheggiare sono re risate ed il suono delle manate amichevoli sulla schiena nuda degli amici.
Sport e forse anche politica, sebbene sia un argomento delicato in questo paese ed anche i muri, sebbene millenari, hanno speso orecchie indiscrete, e tutti gli argomenti di vita quotidiana si susseguono per tutto il tempo concesso al bagno come se il tempo non fosse mai passato, facendo pensare che anche i tutmulti ed i cambiamanti della primavera araba sia passata in gran parte inosservata in questo luogo rimasto in sorprendente continuità e forse è proprio questo ciò che distingue di più Khenchela dai molti altri siti storici in Algeria, complice la sua piccola dimensione e poca influenza esterna facendo si che proprio qui sia ancora possibile interagire facilmente con la popolazione locale.
Ma dopo Khenchela non dimenticate Khamissa, dove si trova il Thubursicum Numidarum (in arabo Djemela), l’anfiteatro romano forse meglio conservato del paese e quasi mai menzionato nelle guide turistiche, ma davvero spettacolare come tutt ele destinazioni del cactus, restate con noi!