LA TOMBA DEI RE MAGI É A MILANO

Tutti ne conoscono il nome, nessuno la reale provenienza e pochi dove riposano le loro spoglie.

Ad essere sinceri nessuno sa se siano mai realmente esistiti, la loro storia nasce in terre esotiche, ricche di antiche tradizioni ed ispirata all’oracolo di Balaam, successivamente identificato con Zoroastro, che aveva annunciato che un astro sarebbe spuntato da Giacobbe e uno scettro da Israele, poi identificati con la Cometa che guidò i Magi e lo stesso Gesù, re dei Giudei, alimentando la leggenda che tre re sarebbero partiti da oriente per rendergli omaggio seguendo le indicazioni celesti.

Questi Re, però, sono menzionati solamente in uno dei quattro Vangeli riconosciuti dal Vaticano, quello di Matteo, che riporta durante il regno di Erode l’arrivo a Gerusalemme proprio dei tre Re provenienti dall’oriente, i tre Magi, alla ricerca del Re dei Giudei appena nato per omaggiarlo.

Ma se la conferma od addirittura l’origine della leggenda viene da un Vangelo ufficiale sono i Vangeli Apocrifi quelli più generosi di notizie, con ricostruzioni e ragionamenti successivi che fanno pensare che qualcosa di vero ci possa effettivamente essere stato.

In ogni caso, nel suo Vangelo, Matteo descrive i tre doni da loro recati: l’oro, l’incenso e la mirra, tre doni con un significato fortemente simbolico, oltre al numero tre, che è frequentemente ricorrente nella storia della Chiesa e che in questo caso indicherebbe le tre razze umane discendenti dai tre figli di Noè, Sem, Cam e Iafet, ma anche la trinità, mentre il loro nome, pur non mettendo d’accordo tutte le fonti, origina dal rinvenimento nel complesso monastico di Kellia, in Egitto, dell’indicazione di Gaspar, Melechior e Bathesalsa.

Anche i nomi non sembrano casuali, Melchiorre deriverebbe da Melech, che significa Re, Baldassarre dal mitico re babilonese e Gasparre, o Galgalath, significa signore di Saba.

Anche Marco Polo ne conferma l’origine nei suoi racconti come se avesse qualche informazione in più, scrivendo “…in Persia è la città che è chiamata Saba da la quale partirono tre re che andaron ad adorare Dio quando nacque…“, ma Marco Polo, si sa, era già cristiano e non poteva credere diversamente.

Comunque sia, secondo le numerose leggende, i tre Magi giunsero a Betlemme solo 13 giorni dopo la nascita del Cristo,  ovvero per noi oggi il 6 dicembre, l’Epifania, ma questo è solo l’inizio, dopo aver lasciato i propri doni spariscono nell’oblio, o quasi, infatti qualcuno pensa di averne trovato e recuperato i resti, vediamo dove sono.

Anche qui nulla di certo, solo leggende, ma con risvolti attuali, secondo le voci antiche i resti mortali dei tre Re furono recuperati in India da Sant’Elena e successivamente portati a Costantinopoli da dove qui partirono alla volta di Milano, nel 1034, all’interno di una grande e pesantissima arca di marmo.

Fu proprio durante questo difficile e lungo trasferimento che accadde qualcosa di inaspettato, il carro che incedeva lentamente trainato da buoi, una volta giunto alle porte della città cedette sotto il proprio peso, sprofondando nel fango e non fu più possibile smuoverlo.

Sembra che nonostante sforzi sempre più grandi, con la costruzione di nuove strutture di legno per estrarre l’arca dal terreno e muoverla e l’utilizzo di molte decine di animali da traino, il pesante sarcofago non volesse saperne di muoversi e per giorni e giorni non vi fu nulla da fare, tanto che Sant Eustorgio, ai tempi Vescovo di Milano, interpretò la cosa come la volontà di Dio di lasciare i Magi in quel luogo e decise che dovesse essere costruito un tempio attorno ad essi per custodirli.

La stella dei Magi

Secondo il volere del Santo la chiesa fu costruita ed oggi si trova ancora lì, appena fuori dalle mura nei pressi di Porta Ticinese, no, non l’Arco di Porta Ticinese, quello più famoso sulla darsena ed i navigli, appena fuori dalle antiche mura milanesi nei pressi della vera Porta Ticinese medievale che si trova a cavallo dell’odierno Corso di Porta Ticinese all’intersezione tra via Molino delle Armi e via Edmondo de Amicis che seguono la circonvallazione muraria interna.

Dettaglio da foto di Fabrizio Di Pietro da Flikr

L’edificio è la Basilica di Sant’Eustorgio, oggi dedicata al Santo che l’ha fatta edificare, e se andate a visitarla prima di entrare alzate gli occhi, noterete che in cima al campanile della basilica non c’è la tradizionale croce, ma una stella a otto punte, ovvero la stella dei Magi che indica la presenza nella chiesa delle loro reliquie.

Va però anche detto che le spoglie non sono sempre state lì, nel 1164, l’imperatore Federico I detto il “Barbarossa”, durante una delle sue calate in Italia, ordinò al suo consigliere e arcivescovo di Colonia, Reinald von Dassel, di prendere le reliquie e portarle nel duomo della città tedesca, ma nel 1906, il Card. Ferrari, vescovo di Milano, ne ottenne una parziale restituzione facendole conservare in una preziosa urna che si trova ancora posta sopra l’altare.

In ogni caso, al di là della storia, la visita a questo luogo è davvero mistica ed impressionante, davanti all’enorme sarcofago si soffermano in meditazione inaspettati pellegrini che conoscono la storia e ripercorrono il proprio cammino umano ripensando alla vicenda dei Re che hanno davanti, aprendo il cuore agli altri in evidente riferimento alla duplice natura umana e spirituale dell’uomo: l’oro come dono riservato ai Re, incenso che testimonia la divinità e mirra che veniva usata nel culto dei morti per ricordare la temporaneità il nostro passaggio terreno.

È nel silenzio e nella sacralità del luogo che, come in tutti i luoghi di culti di qualsiasi religione, lo spirito si stacca dal corpo permettendo alla nostra anima una fuga temporanea ma provvidenziale, estraniandoci, anche se solo per poco, dal rumore e dalla complessità frenetica della città che ci gira attorno, un’isola di pace in un inferno di rumore e frenesia.

Che siate credenti o meno è questo un luogo che non può mancare alla vostra visita a Milano.