La porta degli inferi di Plutone

Il Plutonium come si presenta oggi, foto di Carole Raddato da Flikr, CC BY-SA 2.0

Pammukkale, in Anatolia, è conosciuta in tutto il mondo per le sue bianche e spettacolari piscine termali calcaree, pochi sanno che poco distante si trovava la porta dell’Ade.

I sacerdoti eunuchi la chiamavano Ploutonion e per secoli è rimasta un mistero, di lei lo storico Strabone scriveva “Qualsiasi animale che vi entra si mette subito al passo con la morte. Ho buttato dentro dei picconi che sono caduti morti immediatamente ”.

Strabone era uno storico ed un filosofo e poteva anche sbagliarsi, ma il fenomeno è osservato ancora oggi, saltuariamente davanti a questo ingresso gli uccelli cadono a terra morti all’istante, senza rantoli, come se gli fosse stata tolta la vita all’improvviso da una forza soprannaturale.

Gli antichi romani credevano che Plutone uccidesse non solo gli animali, ma anche le persone e pensavano che la morte fosse causata dal respiro del cane a tre teste Cerbero, che sorvegliava l’ingresso agli inferi, così la presenza sul posto proprio di una statua di marmo a protezione dell’ingresso lascia oggi pochi dubbi, quella era davvero l’antica porta degli inferi, ma se così è, perchè gli animali restano a terra morti?

Il mistero è stato risolto verificando la geologia del posto, ancora oggi all’interno della grotta si trova una fessura dove è possibile misurare emissioni di CO2 molto elevate, ma non sufficienti a produrre un danno ad essere di grandi dimensioni, come gli uomini, i piccoli polmoni degli uccellini, invece, ne sono afflitti senza scampo.

Analizzando meglio la fessura gli archeologi hanno ragionevolmente concluso che ai tempi di Strabone e dello spelendore del luogo gli effluvi fossero molto più intensi, tali da generare uno strato velenoso a livello del suolo, più intenso nottetempo a causa del differente peso specifico dell’anidride carbonica, più elevato dell’aria, che aumenta in quelle ore, per questo i riti dei sacerdoti che sacrificavano animali ad Ade avvenivano all’alba o al tramonto.

Sempre lo storico antico ci fa sapere che il pubblico dei fedeli si sistemava sugli spalti di un teatro, ancora oggi in parte visibile, costruito attorno all’antro, mentre solo ai sacerdoti era consentito scendere dinnanzi all’ingresso.

Quello a cui gli astanti assistevano aveva dell’incredibile: mentre ogni animale moriva all’istante nessun sacerdote manifestava la minima sofferenza portando avanti i rituali senza essere interessato dal fenomeno e la cosa, ai tempi poteva essere spiegata solo con una forza soprannaturale, la presenza appunto di Plutone.

Oggi sappiamo anche che i sacerdoti erano evidentemente consci della carica letale del gas incolore, perchè mentre gli animali avevano narici basse o venivano fatti accasciare per lo scopo, loro restavano ben ritti sulle gambe ed in alcuni casi stavano appollaiati su sgabelli di pietra rituali, così da evitare gli effluvi.

Il tutto avveniva in quella che era l’antica Hierapolis, costruita durante il regno del re di Pergamo Eumene II e chge divenne ben presto il centro anatolico dell’industria della lana con un gran numero di laboratori di tintura e tessitura.

Adesso che anche voi lo sapete se vi recate a Pammukkale potete fare visita a Plutone, attenti, però, il gas è in minima parte presente anche oggi uccidendo insentti e piccoli uccelli, quindi se non volete restare con il signore della morte… evitate di sdraiarvi sul posto.