In orbita con Google

Foto NASA's Marshall Space Flight Center

Un giretto sulla ISS? Offre Google.

Se siete curiosi di sapere come è realmente fatta una stazione spaziale e non siete candidati astronauti o miliardari, fino a qualche anno fa, potevate solo immaginare se Star Wars o Star Treck ci erano almeno andati vicino, dal 2017, invece, è possibile visitare virtualmente l’International Space Station grazie alla collaborazione tra Google Street View e la NASA, che attraverso l’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), dopo aver trascorso sei mesi a bordo della Stazione come ingegnere di volo, ha riportato a terra le immagini necessarie a preparar eun tour virtuale che da allora è on line in Google Maps ed in una pagina dedicata di Goole dal titolo Outer Space View.

Visitando la pagina la prima cosa che troverete nella pagina di Google è il filmato del dietro le quinte, ovvero di come è stato realizzato il servizio, ma noi riportiamo in calce i link a tutto il materiale per voi.

Al suo rientro dallo spazio Thomas Pesquet ha raccontato non solo com’è vivere sulla ISS e la sua esperienza nel catturare le immagini di Street View a gravità zero, ma soprattutto come sia difficile trovare le parole giuste o scattare foto che possano descrivesse accuratamente la sensazione di trovarsi nello spazio.

Gli astronauti si sono succeduti a lavorare vivere sulla ISS da 16 anni, la struttura è composta da 15 moduli collegati e “galleggia” a circa 250 miglia sopra la Terra come base per l’esplorazione spaziale, possibili missioni future sulla Luna, su Marte e sugli asteroidi, ed offre una prospettiva unica sul nostro pianeta.

Con la stazione si possono raccogliere dati sugli oceani, l’atmosfera, la superficie terrestre e si possono condurre esperimenti e studi a gravità zero che non sarebbero altrimenti possibili, tra questi studi importanti sono stati condotti sul corpo umano  e sulle colture cellulari a microgravità, utili a risolvere i misteri del sistema immunitario, ma anche studiare il comportamento dei cicloni per allertare in tempo le popolazioni ed i governi quando si avvicinano a loro, monitorare i rifiuti marini e l’ormai enorme quantità di rifiuti in che si trova nei nostri oceani e che è in costante rapida crescita.

Esplorando virtualmente la stazione troverete alcune annotazioni per spiegare cosa sono o a cosa servono alcuni oggeti che vedete, utili agli studi, ma anche alla vita degli occupanti, come il forno elettrico ed utensili per la quotidianità, incluso informazioni aggiuntive o fatti divertenti su come ci si deve allenare per mantenersi in forma fisica, che cosa e dove si mangia, quanto persone possono contemporaneamente stazionare negli ambienti, come nella cucina dove trovano posto fino a sei persone, e dove sono i laboratori.

Visto così sembra tutto repativamente facile, ma gli astronauti assicurano che non lo è affatto e che a causa dei particolari vincoli imposti dalla vita e dal lavoro nello spazio, non è stato nemmeno possibile raccogliere le immagini per Street View utilizzando i metodi tradizionali di Google e trasportare apparecchiature ingombranti allo scopo, così il team di Street View ha dovuto lavorare con la NASA al Johnson Space Center di Houston, in Texas, e al Marshall Space Flight Center di Huntsville, in Alabama, per escogitare un modo per per raccogliere le immagini in assenza di gravità utilizzando le fotocamere e le apparecchiature DSLR già presenti sulla ISS, sia internamente che al di fuori della stazione.

Tutte l e immagini sono state poi inviate sulla Terra dove sono state montate per generare le immagini panoramiche a 360 gradi della ISS che noi vediamo.

In ogni caso sembra che la quantità di cavi ed attrezzature presenti non abbiano facilitato in alcun modo il compito, dovendosi districare tra di esse e, dati gli spazi davvero esigui, l’affollamento di astronauti che con sei membri di equipaggio che svolgono attività di ricerca e manutenzione 12 ore al giorno non permettevano frequesti riprese in assenza di persone, ma sei mesi sono statri sufficienti per catturar eil necessario.

Guardare la Terra dall’alto fa pensare diversamente alla nostra presenza su di essa, di colpo quello che siamo abituati a vedere diviso in nazioni, frontiere, passaporti, leggi e monete di ogni genere diventa una cosa sola che fluttua nello spazio, forse allora capitemo che almeno per altri molti anni non esiste davvero un Pianeta B e che la collaborazione sulla ISS può forse essere una prima speranza di collaborazione per un futuro comune milgiore per tutti.

Qui sotto potrete esplorare la stazione senza scomodarvi troppo a cercarla su Goggle, il dietro le quinte è in lingua originale e tutto il materiale è residente nel sito ufficiale, noi riportiamo solo i link, segnalateci eventuali problemi e/o errori nelle visualizzazioni per poterli correggere.

IL DIETRO LE QUINTE

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LA CUPOLA DI OSSERVAZIONE

Da questa cupola gli astronauti possono vedere l’esterno per le loro osservazioni, pare che il tempo sia sempre sereno…

 

IL MODULO LABORATORIO USA

Certo non ci si aspettava un laboratorio così, ma gli spazi rteali sono molto differenti da quello di fantasia e ci si deve arrangiare…

 

LA SALA DA PRANZO

Nella foto Peggy Whitson, la prima comandante ISS, con l’equipaggio intenti a cenare prima del prossimo esperimento, qui si lavora sodo.

 

GLI ALLOGGI DELL’EQUIPAGGIO

Nella foto l’astronauta Sandra Magnos posa nel suo “alloggio” per mostrare come anche riposare non è la cosa più facile sulla stazione.

IL MODULO DI COMUNICAZIONE CON L’ESTERNO (AIRLOCK)

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Questo è forse il modulo più strano e differente dalla nostra immaginazione, qui si trovano le tute per uscire nello spazio, il modulo viene chiuso e depressurizzato per le passeggiare esterne.

 

IL DIETRO LE SCENE DELL’INTERO PROGETTO

 

Infine, per chi non ne ha ancora abbastanza, il link alla pagina ufficiale, buon divertimento con il prossimo viaggio del Cactus, la prossima volta senza la testa tra le nuvole… Clicca qui per andare al sito ufficiale

Finito il giro ricordate di rientrare 😉