In funzione da oltre 1.000 anni

FOTO: MOHAMMAD HOSSEIN TAGHI (CC BY 4.0)

Può davvero sembrare impossibile, ma questi mulini sono in funzione da oltre mille anni senza soluzione di continuità ed ancora macinano farina.

A differenza dei loro cugini del resto del mondo questi mulini hanno un asse verticale che meglio sfrutta il vento rispetto a quello orizzontale e senza gli studi dell’ultima ora che ci dicono la stessa cosa per i generatori eolici nonostante l’insistenza alle installazioni orizzontali, chi li ha inventati o sapeva già 1.000 anni fa.

Questi eccezionali mulini si trovano in quella che era l’antica persia, per l’esattezza a esattamente a Nashtifan, un villaggio situato nelle pianure aride e ventise dell’Iran nordorientale, a sole 30 miglia dal confine afghano.

Contro ogni pronostico, il piccolo villaggio di Nashtifan mantiene ostinatamente vive le antiche tradizioni in mezzo ai venti del cambiamento forte del fatto di ospitare da molti secoli alcuni dei primi mulini a vento del mondo conservati così bene da essere ancora oggi in uso.

L’area è da sempre nota per i suoi venti straordinariamente potenti, infatti, il ​​nome Nashtifan deriva da parole che si traducono in “pungiglione della tempesta”.

Durante i turbolenti mesi invernali, le lame di legno realizzate a mano ruotano con una velocità sorprendente e le mole potenti sono una meraviglia di ingegneria e ventilazione passiva che con le riparazioni periodiche alle turbine, nonostante siano costruite con la sola terra del deserto, queste strutture potrebbero durare ancora per molti secoli, almeno secoli finché ci saranno custodi disposti a mantenerle.

Il vento, però, non è sempre una cosa positiva, a causa della sua potenza sul lato sud della città è stato costruito un imponente muro di terra alto pià di 30 metri che protegge i residenti dall’abrazione della sabbia durante le tempeste. Proprio questo alto muro muro ospita due dozzine di mulini a vento ad asse verticale, per lo più funzionanti, che risalgono all’antica epoca persiana.

Si stima che le strutture, fatte di argilla, paglia e legno, abbiano circa 1.000 anni e fossero già utilizzate per macinare il grano per la produzione di farina.

Le alte pareti dei muri che incorniciano i mulini a vento hanno lo scopo sia di sostenere le turbine che incanalare il flusso d’aria come la gola ellittica di una primitiva galleria del vento.

A differenza dei mulini a vento europei resi famosi da Don Chisciotte ed ancora presenti in quantità in Olanda come mete turistiche, il design persiano è basato sulla resistenza delle strutture anziché sulla loro portanza e poiché le pale sono disposte su un asse verticale, l’energia viene trasferita lungo l’albero fino alla mola senza la necessità di nessuno degli ingranaggi intermedi presenti nei mulini a vento ad asse orizzontale.

Ali Muhammed Etebari è uno dei residenti di Nashtifan che, orgoglioso del vento che vi spira, si adopera volontariamente e senza retribuzione e senza risparmiare energie per la valorizzazione e la conservazione di questa millenaria tradizione sentendo la responsabilità di dover tramandare intatte le strutture ai posteri.

In una intervista alla International Wood Culture Society ha affermato: “Se Non mi occupo io di loro, i giovani rovineranno e romperanno tutto.”