C’ERA UNA VOLTA IL COLOSSEO DI MILANO

A molti può sembrare impossibile, ma anche a Milano, o per meglio dire Mediolanum, c’era un’arena che con i suoi 155 metri di lunghezza era così grande da poter competere con i 188 del Colosseo di Roma e con i 170 dell’Arena di Capua essendo così la terza al mondo per dimensione e quindi un vero e proprio colosso.

Come un edificio co grande sia potuto sparire è presto detto, al pari di tutte le antiche strutture che non sono state coperte da terra e detriti, una volta entrato in disuso, è stato progressivamente spogliato dei pregiati blocchi di pietra e dei rivestimenti di marmo e riutilizzati in epoca cristiana per la costruzione di altri importanti edifici risparmiando sul costo ed il trasporto del materiale, incentivata anche dalla grande difficoltà di reperire blocchi di pietra di quelle dimensioni nell’area circostante la città di Milano.

Ma non fu solo questa la causa della sua sparizione, la violenza ed i sacrifici pagani che vi si attuavano all’interno ne suggeriva la demolizione nella nuova era cristiana per farne sparire per sempre il ricordo, anche se la demolizione definitiva è fatta risalire ad un attacco dei barbari alla città di Mediolanum in una data non certa e stimata all’incirca al 539 d.C durante l’assedio di Milano nel corso della guerra gotica.

Così, definitivamente sparito in età moderna, si sono resi necessari diversi decenni di ricerche basatye su rare menzioni storiche, come quella nei documenti risalenti al 396 d.C. scritti da Paolino di Milano durante il dominato dell’imperatore Onorio, prima di poterne determinare l’esatta localizzazione avvenuta tra l’attuale vie De Amicis, Conca del Naviglio e, guarda caso, via Arena, che ne ricorda da sempre l’antica presenza.

Ai tempi cei romani la struttura era come cosueto al di fuori delle mura difensive della città, mentre oggi potrebbe essere considerata inpieno centro storico, infatti è non lontano da Porta Ticinese che nei vari secoli è sempre stato un luogo importante di accesso e crocevia cittadino ed è oggi uno dei luoghi della movida milanese.

Cos’, una volta localizzato il luogo, nel 2018 sono iniziati i lavori per riportarne alla luce le fondamenta che fortunatamente ancora resistono, seppur in parte sotto il manto stradale e gli edifici intorno, ma grazie al fatto che l’area ospitava una grande porzione di verde sarà possibile recuperare questo secondo Colosseo quasi completamente.

L’intereesse storico dell’area è così elevato che dopo la scoperta è stato immediatamente costituito il “Parco archeologico dell’anfiteatro romano“ come riserva protetta e così talmente protetta che per il momento è davvero difficile poterlo visitare, infatti, mancano totalmente gli ingressi e gli orari di chiusura lo rendono praticamente inaccessibile, ma per chi vuole provare a vederlo può tentare prima dai varchi “ufficiali” in via De Amicis o in Via Arena, comunque sempre chiusi, e poi dal Vivaio Riva, che però è stato anch’esso chiuso e non si sa se e quando riaprirà, e, infine, dall’unico passaggio che pare essere realmente transitabile individuando il portone del palazzo di via De Amicis 17, un ex monastero femminile, ed avventurandosi al suo interno in silenzio per non essere cacciati, perchè si tratta di un luogo privato.

Il progetto di recupero, una volta terminato, prevede la creazione di un’area a verde che, con siepi ed alberi, riproduca la forma delle fondamenta mancanti, così da dare al visitatore un’idea complessiva dell’opera e generare un luogo dove poter passeggiare all’aria aperta.

Attenzione, però, perchè andandoci oggi di soppiatto potreste essere considerati dei maledetti turisti del cactus…