Bianca a righe nere o nera a righe bianche?

Prima l’uovo o la gallina? Il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto? Le mezze stagioni sono intere?

Sono tanti i dubbi che possibili nelle più disparate materie, ma quello della zebra sembra proprio non essere un mistero, infatti gli zoologi sostengono di sapere qual’è il vero colore della zebra o, meglio, quale sia il suo colore di fondo e quale il primo piano.

Secondo gli studiosi anticamente il colore della zebra era il nero e nonostante oggi la parte bianca del suo corpo prevalga chiaramente su quella nera le strisce bianche sarebbero comparse solo in seguito, grazie ad un processo selettivo ed evolutivo facendo si che si possa affermare che la zebra è un animale nero a strisce bianche.

Il processo che ha messo in vantaggio il colore bianco sul nero riguarda sia ragioni di adattamento all’ambiente, il bianco attira di meno i raggi del sole ed  i fastidiosi insetti come i tafani che si nutrono di sangue e possono diffondere malattie, che per sfuggire meglio ai predatori mandandoli in confusione cromatica nello scompiglio del branco.

In origine, comunque, pare che non fossero animali completamente neri, qualche rara macchia bianca pare fosse comunque presente, ma nel corso dei millenni quelle con maggiori porzioni di manto bianco che vivevano in branco hanno avuto più possibilità di sopravvivenza rispetto alle sorelle completamente scure, con meno malattie e meno predazioni, selezionando i soggetti con sctrisce bianche maggiori che accoppiandosi tra loro hanno generato zebre con striscie bianche sempre più ampie fino ai giorni nostri.

Riassumendo, possiamo dire che le strisce sono utili almeno per le seguenti ragioni:

  • MIMETISMO: in quanto le strisce permettono di confondere la sagoma dell’animale agli occhi dei predatori attraverso la deformazione ottica che creano i contorni discontinui deformandone da lontano la sagoma del corpo ed inducendoli così ad errori nel calcolo di distanza ed assalto.
  • DISTRAZIONE: la fitta striatura del mantello abbaglia e distrae il predatore quando si trova vicino a una zebra in galoppo, impedendogli di concentrarsi afficacemente su un singolo animale.
  • CONFUSIONE: nel gruppo in fuga il predatore non capisce dove inizia un animale e dove finisce un altro.
  • IDENTIFICAZIONE: permette facile il riconoscimento tra individui della stessa specie, ogni zebra ha la sua identità e riconosce i suoi compagni.
  • INSETTICIDA: il colore del mantello è un efficace “repellente” naturale contro mosche tse-tse e altri parassiti dannosi per la loro salute.

Ma non finisce qui, tra le caratteristiche tipiche delle zebre vi sono anche le grandi orecchie capaci di recepire ogni piccolo rumore che gli permette di sentire meglio eventuali predatori in avvicinamento, così che tutto il branco possa meglio difendersi dagli assalti improvvisi.

I branchi di zebre sono tipicamente dominati da uno solo stallone che può mantenere la sua carica anche per 15 anni. Abita prevalentemente le zone erbose, le savane alberate o nei boschi aperti e zone ricche di acqua ed in caso di siccità migra verso pascoli più verdi compiendo anche centinaia di chilometri all’anno, a volte in compagnia di gnu e gazzelle.

La zebra è tendenzialmente nomade e sempre alla ricerca di nuovi luoghi adatti al sostentamento e le sue interazioni sociali sono molto frequenti ed intense con gesti molto comuni che comprendono il mordicchiare il compagno sul collo, spalle e dorso, il “salutarsi” naso a naso, lo strofinarsi le guance ed appoggiarsi reciprocamente il muso sul dorso.

Forse non era la curiosità più importante che vi aspettavate di soddisfare, ma certo è una bella curiosità del Cactus…